Cimini è un crossover fra Rino Gaetano, Brunori Sas, Fulminacci e i Thegiornalisti - quelli del periodo in cui raccontavano qualcosa di interessante, non quelli del momento in cui si sarebbero autolimonati da tanto si piacevano -, tutto rielaborato in chiave inconfondibilmente Cimini. Un Cimini che parte dalle atmosfere sonore di “Bambolina barracuda” di Ligabue per poi cambiare completamente direzione: ne esce una “Tirreno” che è un piccolo gioiello. Così come lo sono “Scuse”, “Notte cingomma”, “La legge di Murphy” - a oggi la sua canzone più ascoltata su Spotify -, “Innamorato”, “I gol di Chiesa in Nazionale”, “Limone” - “Credevo fosse amore, invece era un limone” è una frase che racchiude in sè un’analisi sociologica e personale che ognuno di noi almeno una volta nella vita si è trovato a fare - “Fare tardi”.
Numerose influenze - “Buongiorno” ha qualcosa di Daniele Silvestri - che non sono sinonimo di mancanza di idee, ma di cultura musicale e rielaborazione del tutto personale.
Federico Cimini - nome completo di Cimini - ha 35 anni e quattro album al proprio attivo, oltre a una serie di collaborazioni e un numero ragguardevole di singoli. Quindi artista emergente, ma non poi così tanto. Eppure non è ancora conosciuto al grande pubblico e questo è un peccato.
Perché nelle sue canzoni ci sono esperienze personali, ma ci sono anche le ansie, le aspettative e gli ostacoli della società moderna. Nei brani di questo cantautore chiunque si può riconoscere e immedesimare. Ed è questo, aggiunto a ritmi molto trasversali e diversi in quasi ogni canzone, a rappresentare un suo punto di forza importante.
Cimini è uno di quei cantautori che vanno ascoltati e riascoltati, perché in fondo nelle sue canzoni c'è un pezzo di ognuno di noi e della società nella quale viviamo qualsiasi sia la nostra età.