"Il Supervissuto - Voglio una vita come la mia" è il titolo del documentario in cinque puntate sulla vita di Vasco Rossi distribuito da Netflix. In realtà più che un semplice documentario è una sorta di videoconfessione. Perché guardando "Il Supervissuto" si ha davvero l'impressione di entrare in contatto con Vasco Rossi.
Il rocker di Zocca - peraltro definirlo "rocker" è riduttivo, visto che di fatto è un simbolo, una leggenda nel bene e nel male, un monumento di un certo tipo di vita, di musica, ma anche di Italia - racconta tutto in prima persona.
Momenti belli, ma anche spezzoni parecchio brutti della vita e della carriera: nel documentario disponibile in streaming su Netflix c'è proprio tutto. Compresi i momenti iniziali della carriera in cui era inviso a molti, quelli in cui abusava di droghe di vario genere, l'arresto con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche la morte di Maurizio Lolli e dell'amico di sempre Massimo Riva. Senza tralasciare la scoperta e il riconoscimento di due figli oltre quello nato dall'unione con la moglie Laura Schmidt.
"Per questa storia, per questa straordinaria avventura, io sarei anche morto" commenta lo stesso Vasco più volte durante il proprio racconto. Già, una straordinaria avventura. Perché, comunque lo si consideri, è stato ed è ancora oggi un personaggio protagonista della musica e del costume italiano.
Ed è proprio questo che si ritrova nel documentario di Netflix: Vasco Rossi, la sua musica, le sue traversie, ma anche la storia dell'Italia negli ultimi cinque decenni. Basti pensare, ad esempio, che si parla anche della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Perché in fondo Il Supervissuto è un po' anche la storia d'Italia e degli italiani in qualche modo.